Distanti ma uniti in una nuova consapevolezza che passa per il mondo digitale

Mina-Marano

È con piacere che presento un’interessante riflessione sulla Didattica a Distanza di un’allieva del primo anno di corso per Consulenti della coppia e della famiglia. Buona lettura.

Emiliano Bux

Distanti ma uniti in una nuova consapevolezza che passa per il mondo digitale

Eccomi pronta a 50 anni, come i bambini e i ragazzi di 6, 13 e 20 anni, nella mia camera, alla mia “postazione digitale” per prendere parte alla prima lezione a distanza in assoluto della mia vita. E il caso vuole che la 1^ lezione sulla piattaforma digitale Zoom Meeting sia “Elementi e Teoria della Comunicazione”. (…) la comunicazione fa parte dell’essenza stessa dell’essere umano (…) è proprio da questo scorcio di definizione della Comunicazione, fornitaci da don Ermanno, che inizia la mia breve riflessione.

Nulla oggi ai tempi del coronavirus è uguale a prima: la limitazione delle libertà personali, la sensazione che il tempo si sia fermato e per assurdo allungato, la situazione psicologica di ognuno di noi e delle nostre famiglie caratterizzata da disorientamento, distanziamento sociale, incertezza, angoscia, paura. Un’emergenza che si spera possa generare una nuova cultura, di buon senso, più pragmatica, più consapevole dei nostri limiti e delle nostre potenzialità. Partendo proprio dalla consapevolezza e in questo caso specifico dalla consapevolezza della nostra modernità e reagendo alla paura, all’incertezza e al distanziamento sociale è necessario affidarci alla rete e al digitale per mantenere in vita le relazioni e continuare a condividere emozioni, pensieri, informazioni, concetti, processi. È il momento di fare spazio alla nuova, smart, discussa e discutibile comunicazione digitale, accanto ai tre livelli canonici di comunicazione verbale, para verbale e non verbale.

Quando ad agosto scorso ho presentato domanda di ammissione alla Cispef per il corso per Consulenti della coppia e della famiglia, non avevo minimamente messo in conto anche l’esperienza della didattica a distanza, e sicuramente non sono l’unica. Un’esperienza che, quando ci è stata proposta dai nostri docenti, ho subito ritenuto stimolante e necessaria per mantenere viva la nostra “comunità”, il senso di appartenenza e allontanare il rischio di demotivazione a proseguire il percorso formativo. Ecco, è così che l’ho attesa questa DaD. Certo che la didattica a distanza anche per noi come per gli studenti della scuola primaria e secondaria, non può sostituire la relazione educativa in presenza, ma può integrarla efficacemente e divenire uno strumento di coesione sociale in contrapposizione all’isolamento forzato a cui siamo chiamati in questo momento così difficile per l’intero Paese e per una grossa fetta dell’intero pianeta. Come la sto vivendo? Come un ventaglio di esperienze, occasioni ed opportunità. Un’esperienza di crescita, soprattutto per noi adulti che non necessariamente abbiamo grande dimestichezza con la tecnologia e il mondo digitale, motivo per cui è assimilabile anche ad una sfida senz’altro costruttiva con noi stessi. Un’opportunità che ci viene offerta per dare esempio anche ai nostri figli e/o nipoti per testimoniare che non è il momento della superficialità, del lassismo ma della responsabilità oltre che della collaborazione. È infatti il momento in cui ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte al meglio delle proprie capacità, senza nascondersi dietro l’alibi della sospensione delle lezioni per venire meno ai propri doveri. Un’occasione che ci ha permesso di riscoprire il valore del silenzio, del rispetto, della disciplina, in due parole sole dell’Ascolto Partecipativo grazie all’opzione di silenziare il microfono e di poter interagire per alzata di mano, riattivandolo quando il docente ci autorizzava. La possibilità, infine, di apprezzare la genuinità di ognuno di noi nell’aver regalato e condiviso con un sincero sorriso un pezzetto dei propri spazi e delle proprie case, e anche se solo attraverso uno schermo la possibilità di non interrompere la comunicazione, che è vita!

Mina Marano

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