Una vita in …. formazione

Mani_mondo

Presento con piacere la riflessione di un’allieva del primo anno di corso della Scuola per Consulenti Familiari, nella sede di Civitavecchia, che condivide con noi la sua esperienza all’inizio di questo cammino impegnativo e ricco di soddisfazioni e momenti intensi!

Emiliano Bux

Una vita in …. formazione.

È il primo anno che frequento la Scuola per Consulenti Familiari, il corso si svolge a Civitavecchia, la mia città. Come ogni cammino che s’intraprende, all’inizio a spingermi è stata la curiosità e la voglia di conoscere cose nuove.

Due erano principalmente le domande che mi ponevo: “può essere L’ AIUTO una professione?” e ancora: “quali sono le conoscenze e le tecniche che ti rendono esperta nella relazione d’aiuto?”. Io che da anni sono impegnata in attività di volontariato pensavo che per aiutare l’altro bastasse “il cuore”!

Finora, secondo i programmi di studio che ho svolto con la scuola, mi vado sempre più convincendo che servono entrambi: conoscenza e cuore. Tante volte siamo animati da tanta buona volontà che ci spinge verso l’altro, i suoi bisogni e le sue difficoltà, ma purtroppo questo non basta; aiutare può essere veramente difficile nel concreto delle situazioni, si rischia di essere travolti dai sentimenti e l’aspetto emotivo può prendere facilmente il sopravvento rendendoci poco lucidi e non obiettivi.

Viceversa, in questa nostra società dove impèra, ahimè, la cultura dell’indifferenza, spesso non ci accorgiamo del disagio delle persone, neanche di quelle che ci vivono accanto.

Da più parti però, ultimamente, si alzano voci per trovare spazi d’incontro, per costruire ponti e non alzare muri e barriere che ci separino ulteriormente. Conoscere l’altro ed accoglierlo incondizionatamente, senza pregiudizio e senza la pretesa di cambiarlo è per me il più bell’insegnamento che questo corso mi sta dando.

Trovo semplicemente meraviglioso andare incontro alle persone senza l’idea di provare a cambiarle perché corrispondano ad un modello a nostra misura e piacimento. È straordinario questo atteggiamento di accoglienza senza se e senza ma a cui la scuola ci sta preparando, insieme ad una modalità di ascolto e rispetto profondo di chi ci si trova di fronte o, meglio, come diceva Padre Luciano Cupia: “accompagnare una persona in consulenza vuol dire stare al suo passo, né troppo avanti, né troppo indietro ma affianco”. Naturalmente per aiutare gli altri è bene conoscere in primis se stessi e il proprio mondo interiore e questo lo facciamo attraverso i gruppi esperienziali che ci aiutano in un lavoro introspettivo. Ci rivelano aspetti sconosciuti del nostro io, e per superare situazioni che ci creano disagio, prendendone atto cercando di migliorarle.

Spero che al termine del triennio riuscirò a conoscermi meglio per essere serena con me stessa, a volte la strada è in salita ma è proprio quando si raggiunge la vetta che si può scorgere il magnifico panorama che si apre sotto di noi. E ognuno di noi è uno spettacolo meraviglioso.

Serenella Longarini

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